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In Trentino nel 2017 sono stati utilizzati 2 milioni 175 mila chilogrammi (2.175 tonnellate) di prodotti fitosanitari per l'agricoltura. Il volume è in netta diminuzione, il 26% in meno, rispetto all'anno precedente, quando erano 2 milioni 948 mila chili, mentre è analogo al dato 2016, pari a 2 milioni 217 mila chilogrammi. Tuttavia quasi il 10% di questi prodotti, 203.698 chili, sono classificati come tossici o molto tossici e altri 303 mila chilogrammi sono definiti nocivi. In tutto il 23%, poco meno di un quarto dei prodotti utilizzati, non è innocuo per le persone e per l'ambiente. I dati sull'uso di fitosanitari sono forniti dall'Istat. A Bolzano, per confronto, si utilizzano 1 milione 838 mila chili, che risultano in aumento sul 2016 e in calo sul 2015. La quota maggiore dei prodotti utilizzati in Trentino, i tre quarti circa del totale, è quella dei fungicidi, gli anticrittogamici usati contro i funghi parassiti delle piante. Nel 2017, ultimo anno disponibile, ne sono stati utilizzati 1 milione 617 mila chili. L'anno prima erano 2 milioni 439 mila, nel 2015 invece 1 milione 629 mila. Sui fungicidi il Trentino, come l'Alto Adige, è ai primi posti tra le regioni per quantità di principi attivi per ettaro di superficie trattabile: 21,55 chili rispetto ai 31,19 di Bolzano, ai 31,25 di Aosta e ai 42,04 chili per ettaro del Veneto, che è in testa. La media nazionale è pari a 3,61 chili per ettaro. Tra i fungicidi la quota di prodotti tossici o molto tossici è minima: circa tremila chilogrammi. Più ampia quella dei prodotti nocivi, pari a 289 mila chili. Complessivamente gli anticrittogamici pericolosi sono il 18% circa del totale. Nel 2017 in Trentino sono stati usati insetticidi e acaricidi per 362 mila chilogrammi, in crescita sull'anno prima e pari a 13,13 chili per ettaro, che in questo caso è un dato al top tra le regioni. La media nazionale è pari ad appena 0,6 chili per ettaro, a Bolzano se ne usano 9,52 chili, al secondo posto in Italia. Il problema degli insetticidi è che la quota di prodotti tossici e molto tossici è elevata: 196 mila chili pari al 54% del totale. Molto minore invece la parte di insetticidi definita nociva, pari a poco più di ottomila chilogrammi. Per quanto riguarda gli erbicidi, tra cui il discusso Glifosate, nel 2017 in Trentino se ne sono usati 98 mila chilogrammi, un dato superiore sia al 2016, quando erano 73 mila, sia al 2015, quando ammontavano a poco più di 80 mila chili. A Bolzano si utilizzano invece 76 mila chili di diserbanti, in calo sugli anni precedenti. Il dato per ettaro è pari a 0,87 chili in Trentino e 1,15 chili in Alto Adige, superiori alla media nazionale di 0,79 chilogrammi per ettaro ma battuti in classifica da quasi tutte le altre regioni del Nord, a partire dagli 1,87 chili per ettaro del Friuli Venezia Giulia. Gli ultimi dati sull'impatto di questi prodotti sull'ambiente e in particolare sui corsi d'acqua arrivano dal rapporto 2018 dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Nel 2016, anno a cui si riferisce l'ultima rilevazione, Il numero dei corsi d'acqua significativamente contaminati dalla presenza di pesticidi è in diminuzione rispetto agli anni precedenti, passando da 13 a 11. I siti con una presenza di residui di fitofarmaci superiori ai limiti sono 6 nel bacino dell'Adige e 5 nel bacino del Noce, cioè prevalentemente in Val di Non. Sotto osservazione e anche sotto accusa sono infatti soprattutto i prodotti utilizzati nella produzione di mele. In questo campo Apot, l'Associazione dei produttori ortofrutticoli trentini, sottolinea i passi avanti fatti verso la sostenibilità, tra cui l'eliminazione totale dell'insetticida Clorpirifos etile nel 2018 e le limitazioni volontarie per l'impiego di diserbanti, comprese dosi ridotte del glifosate.
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